CPV vocabolario per appalti pubblici

 

Saper leggere gli acronimi usati negli appalti

Avrai notato che nei documenti di gara per appalti e concessioni, l’oggetto della prestazione è identificato con un codice numerico preceduto dalla sigla CPV. Così come a ciascuno di noi è assegnato il codice fiscale che identifica la persona in modo univoco, la dicitura CPV indica un elenco di attività e prodotti identificati da un codice. I predetti codici sono alfanumerici e con una struttura ad albero ossia, la codificazione tiene conto di alcuni fattori che si distinguono in divisioni, gruppi, classi e categorie. L’esigenza di codificare i lavori, forniture e servizi, in un vocabolario comune per gli appalti pubblici (CPV), è il risultato di un dibattito del parlamento europeo in materia di partecipazione alle gare di appalto. Il predetto vocabolario per gli appalti pubblici, con i codici CPV, è stato approvato con il regolamento n. 2195/2002 del Parlamento europeo e poi, da successive direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, in materia di procedure per gli appalti pubblici.

Le norme comunitarie prevedono, dall’1 febbraio 2006, l’obbligo di indicare sui documenti di gara il riferimento del codice CPV, a prescindere dall’importo base. Tieni presente che i codici CPV sono utili anche per gli operatori economici per fare delle ricerche sulle banche dati che riportano informazioni sui bandi di gara.

 

Cosa significa l’acronimo CPV.
Il termine CPV può essere associato al titolo di un vocabolario multilingue che descrive le varie attività, prodotti e servizi, usato principalmente dagli enti appaltanti dell’Unione Europea. La lingua più comune è l’Inglese e il titolo CPV, è l’acronimo inglese di Common Procurement Vocabulary  (CPV).
La traduzione di CPV in italiano è: “vocabolario comune per gli appalti”.

 

Codifica ad albero.
L’originaria stesura dei codici CPV è stata aggiornata nel 2007 e pubblicata sulla gazzetta ufficiale dell’unione europea nel 2008, attualmente in vigore.

La codifica ad albero si attua quando bisogna ordinare molte voci con diverse caratteristiche e prevede l’esistenza delle divisioni, gruppi, classi e categorie.

Ti farò un esempio per spiegare i criteri della codificazione:

codice CPV     descrizione

15000000-8  Prodotti alimentari, bevande, tabacco e prodotti affini

15800000-6  Prodotti alimentari vari

15830000-5  Zucchero e prodotti affini

15831000-2  Zucchero

15831300-5  Zucchero di acero e sciroppo di acero

In questo esempio, con il colore rosso ho evidenziato sia i codici ordinati ad albero sia le descrizioni corrispondenti, potrai notare che:

– prime due cifre: identificano la divisione;
– prime tre cifre: indicano il gruppo;
– prime quattro cifre: indicano la classe;
– prime cinque cifre: identificano la categoria;
– ultime tre cifre: ulteriori dettagli sul genere della categoria;
– il numero finale può essere utilizzato per ulteriori specifiche.

 

Uso del codice CPV.
In premessa ti ho indicato che il codice CPV è una codifica che corrisponde a una descrizione di prodotti, attività e servizi. Più esattamente, ogni prodotto conosciuto, dalla materia prima come l’uranio (CPV 09341000-1) a quella lavorata come la carta da scrivere (CPV 30197620-8) ha un suo codice. Un lavoro immane che ha impegnato molte persone nel redigere un vocabolario, con centinaia di codici e descrizioni. Si tratta di una codificazione complessa che nel suo genere, può essere definito come un vocabolario ad uso degli enti appaltanti, infatti, le norme prevedono che nella pubblicazione dei bandi di gara, oltre alla descrizione del lavoro, servizi o forniture, l’ente appaltante è tenuto ad indicare il codice che, secondo il sistema unico di classificazione, corrisponde all’oggetto delle attività.

Ad esempio, il Comune di Poggio Renatico pubblicò un bando di gara che aveva per oggetto il ripristino con miglioramento sismico di una scuola (scad.10/9/2018); oltre a descrivere le attività con i codici delle categorie di lavorazioni, (OS) opere specializzate e (OG) opere generali, fu indicato il codice CPV 45454100-5 “Lavori di restauro”.

Non è raro che nei bandi di gara si ometta il codice CPV ma nella maggioranza dei casi, le stazioni appaltanti indicano il numero del codice in modo corretto.

A volte, esistono diverse descrizioni di prodotti affini che possono creare alcuni dubbi interpretativi in merito alla scelta del codice CPV.

Per quanto riguarda l’operatore economico che deve reperire informazioni, le ricerche su banche dati si possono impostare con il codice della divisione di proprio interesse e raffinare la ricerca in passaggi successivi. Nell’esempio di cui sopra, il produttore di zucchero dovrà impostare la ricerca con il codice divisione 15000000-8 (Prodotti alimentari, bevande, tabacco e prodotti affini) e proseguire nell’analisi fino alla categoria 15831000-2 (Zucchero).

 

Dove posso trovare l’elenco dei codici CPV.
Il vocabolario comune per gli appalti, conosciuto con l’acronimo CPV, è stato approvato dal regolamento della comunità europea n. 213 del 28/11/2007.

Il regolamento CE di cui sopra, in merito all’elenco dei codici CPV, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, L 74, del 15 marzo 2008. Per scaricare il testo integrale del regolamento clicca sul link “testo gazzetta europea L 74, 15 marzo 2008”, poi digita IT (lingua italiana) e ti apparirà il testo del regolamento:

testo gazzetta europea L 74, 15 marzo 2008

poi digita IT (lingua italiana) e ti apparirà il testo del regolamento.
Se ti è più comodo, puoi scaricare il vocabolario comune per gli appalti CPV in formato PDF cliccando sul link :

vocabolario CPV in formato PDF

 


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A cura della redazione.
Responsabile:  Fabbri Vittorio

Prima pubblicazione:     24 febbraio 2016
Ultimo aggiornamento:  07 novembre 2022

 

 

 

 

 

 


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